Un cane così 'speciale' da non poter partecipare al corso che mira al concorrimento del patentino.
Bastano poche lezioni online ed il gioco è fatto!
E' scientificamente provato da vari studi che più che la razza è il metodo di allevamento e la gestione (condizioni ambientali, socializzazione, stile di vita,...) dei cuccioli e dei cani ad influire sul comportamento di tali animali.
L'influenza della genetica è minimale e potrebbe essere facilmente risolta, eliminando dalla riproduzione i soggetti problematici.
La lista di 'proscrizione' delle razze è degna di una concezione medioevale ormai sorpassata.
Come mai i pastori tedeschi, primi in Italia per denunce da morso in pronto soccorso, non fanno parte di tale elenco?
Ed i Malinois? Sono tutti agnellini per caso?
Ed i cani che discendono da linee genealogiche da lavoro, di qualsivoglia razza, che non possono essere gestiti da neofiti?
I meticci non mordono?
Potrei continuare a lungo...
Sarebbe ora di finirla col razzismo cinofilo ed utilizzare metodologie più appropriate come: la corretta gestione delle cucciolate, la valutazione del futuro proprietario e del suo modus vivendi, sino all'introduzione nelle famiglie che accolgono il cane ed una selezione genetica appropriata per stalloni e fattrici.
Gli allevatori che seguono queste logiche sono ancora troppo pochi, ancora spesso il cane viene 'reificato' a pura risorsa commerciale, nella vendita diretta e nell'indotto economico da esso generato.
Per non parlare di cosa combinano molti privati cittadini con selezione genetica e modalità di allevamento.
La sicura conseguenza di questo strambo patentino:
l'aumento esponenziale dell'abbandono dei cani che dovrebbero conseguirlo, fenomeno già preoccupantemente accresciuto dalla crisi economica generata dal coronavirus.