Negli ultimi anni i giornalisti hanno inventato di sana pianta una inesistente categoria di cani: i così detti 'cani molecolari'.
Tutti i cani sono in realtà 'molecolari', in quanto percepiscono le molecole odorose attraverso 'turbinati' presenti nelle mucose nasali. Le potenzialità di percezione odorosa sono crescenti in base alla estensione delle suddette mucose; ma non solo. La scienza non ha ancora approfondito concretamente lo studio dell'olfatto canino e ci sono cani con ridotta estensione dei turbinati che però manifestano spiccate capacità di seguire una traccia odorosa.
Tutti i cani possiedono due tipologie di olfatto, la prevalenza di una tipologia olfattiva rispetto all'altra dipendono dalla genetica ed anche dalle modalità di allevamento.
I cani possiedono un olfatto chiamato 'teleolfatto' che percepisce le molecole odorose sospese in aria, ed un 'megaolfatto' che segue le tracce odorose presenti sul terreno.
Ad esempio i bloodhuond, famosi segugi, utilizzano prevalentemente il megaolfatto; mentre i pointer utilizzano il teleolfatto.
Facciamo un po' di chiarezza sull'olfatto attraverso le parole di Pietro Alquati:
[...]
Parlare dell’olfatto del cane non è cosa semplice poiché è un argomento
sul quale non si è ancora fatta piena luce scientifica, pur disponendo
di molte informazioni.
Giustamente il cinologo Scanziani osservava che l’uomo ha dato
molta importanza alla vista essendo un senso a lui molto congeniale
ed impiegato per l’analisi del mondo circostante: ha prodotto, infatti,
strumenti sempre più perfetti, dal microscopio elettronico ai grandi
telescopi messi nello spazio, per effettuare indagini visive sempre più
accurate. Non si è mai preoccupato, però, di produrre strumenti per
fare migliori indagini nel mondo dell’olfatto, essendo questo senso da
lui poco utilizzato.
Ma se l’uomo fosse stato un cane, certamente avrebbe ragionato
in maniera diversa. Un tempo si riteneva, addirittura, che il cane si
servisse solo dell’olfatto e dell’udito, poiché era ritenuto dotato di una
modestissima vista; oggi, pur riconoscendogli una limitata capacità di
valutazione tonale si sa che vede e può distinguere i principali colori. E
queste conclusioni le posso anch’io avallare perché, come cinofilo ed
allevatore, ho potuto in più circostanze verificarne la veridicità.
Una catalogazione mnemonica diversificata
La catalogazione mnemonica delle cose e degli eventi del cane è ben
diversa da quella dell’uomo. L’uomo memorizza cose ed eventi con
un archivio di immagini ottiche, essendo appunto la vista il suo senso
di elezione. Mentre il cane, essendo il suo senso di elezione l’olfatto,
memorizza cose ed eventi con un archivio di immagini legate ad un
distinguo di odori che ingenerano in lui emozioni e stimoli.
Solo entrando in questa diversa organizzazione dei sensi, sarà possibile
comprendere appieno la psicologia ed il comportamento del cane e
poterne effettuare il miglior addestramento ed utilizzo.
Cenni anatomici sul naso e sul suo funzionamento
La parte esterna olfattiva del cane è il tartufo. E’ il prolungamento
mobile delle fosse nasali.
Togliendo, idealmente, il tartufo troviamo che il cane ha due nasi, così
come ha due occhi e due orecchie.
Ognuno di questi due nasi è costruito in modo da esaltare al massimo
la percezione degli odori. Infatti la narice di ognuno di questi nasi è
provvista, all’entrata, di una cartilagine che crea vortici nella colonna
d’aria inspirata, frammista di odori, costringendola in più direzioni verso
sporgenze particolari che la convogliano nelle numerose e fitte pieghe
che sono disposte in modo tale da ostruire il condotto nasale. L’aria,
attraversando questo difficoltoso passaggio, aumenta, per contatto ed
attrito, il suo calore.
In questo modo le particelle odorose, raccolte nell’aria, si troveranno
nelle condizioni ottimali per essere meglio percepite da una serie di
pieghe dette volute etmoidali.
Ma altri due importanti elementi concorrono a migliorare le capacità
olfattive del cane. Infatti le volute etmoidali sono inumidite da un liquido
capace di fissare e sciogliere le particelle odorose che meglio colpiranno
i sensibili centri nervosi olfattivi ed il naso è ricoperto da una mucosa
pituitaria particolarmente delicata e sensibile. Lo sviluppo di questa
area sensibile è di circa 160 cmq in un cane da pastore, contro i 5
cmq di un uomo. Lo spessore della mucosa pituitaria nel cane è di 0,1
millimetri, nell’uomo raggiunge solo 0,006 millimetri.
Alcune informazioni sulla fisiologia olfattiva
L’estensione della mucosa olfattiva nei “macrosmatici “ come il cane
è molto estesa. L’epitelio della mucosa olfattiva è composto da cellule
di sostegno disposte in due strati, nei quali sono intercalate le cellule
olfattive, numerosissime nel cane (225 milioni contro 15/20 milioni
nell’uomo). Tali cellule, attraverso la lamina cribrosa dell’etmoide,
penetrano nel bulbo olfattivo.