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L’ansia da separazione nei cani: la scienza


addestramento cani





Angoscia da separazione vs ansia da separazione
Lasciatemi incominciare con pedanteria, il mio gioco preferito. Dobbiamo dire ‘angoscia da separazione, non ansia da separazione’.

- L’angoscia da separazione è un problema comportamentale legato alla avversione dei cani ad essere lasciati da soli.

- L’ansia da separazione è uno dei possibili fattori alla base dell’angoscia da separazione.

Questi sono i fattori motivazionali che possono svolgere un ruolo nell’angoscia da separazione ( ma non necessariamente per tutti i soggetti):

- ansia da separazione; e/o

- frustrazione da ostacolo/impedimento ( frustrazione nei confronti degli ostacoli che impediscono al cane i tentativi di riprendere contatto con la risorsa desiderata, e.g. la porta/muro che impediscono al cane di unirsi a voi); e/o

- noia; e/o

- panico.

Alcuni cani possono convogliare il 99% dell’angoscia da separazione in uno stato d’ansia. Per altri la separazione è pura frustrazione. La maggior parte dei cani, comunque, vive in un mix oscillante (fra ansia e frustrazione) che può cambiare nel tempo. La morale della storia è che, certamente l’ansia può avere un ruolo, ma non è tutto e non determina tutti i casi di angoscia da separazione.

E dopo tutto ciò... farò in realtà un uso intercambiabile del termine ‘ansia da separazione’ e ‘angoscia da separazione’ così come nel parlare comune. Inutile parlare in base alla mia posizione.

Angoscia da separazione: i segnali

Le persone spesso frettolosamente etichettano un comportamento come angoscia da separazione. Perché si possa veramente parlare di angoscia da separazione, c’è bisogno di accertare la presenza di uno o più dei successivi segnali discriminanti. Quelli in corsivo sono di particolare valore discriminativo. Vi aiuteranno a distinguere il problema con altre patologie che hanno segnali similari e spesso vengono erroneamente identificate come angoscia da separazione.

Segnale 1: Distruttività (orale e non)

Uno dei segnali più devastanti e dispendiosi dell’angoscia da separazione: la distruzione di oggetti e mobilia domestica. E difronte all’impotenza di risolvere la situazione più di un proprietario spesso decide di abbandonare il cane, per liberarsi del problema. Una fondamentale differenza fra la distruzione opportuna e la distruzione connessa alla separazione è che, quest’ultima, si verifica solo quando il proprietario è assente da casa (non semplicemente in un’altra stanza), e in particolare su oggetti fortemente impregnati dall’odore del proprietario.

Segnale 2: Segnali di attività presso le uscite di casa

Tracce di saliva, morsicature, graffi vicino ai punti di uscita della casa ( come la porta di ingresso o il suo telaio, o evidenti segni di graffi e morsicature sul muro circostante la porta). Questo è un segnale che il panico o la frustrazione da impedimento può giocare un ruolo rilevante.

Segnale 3: Problemi di evacuazione

Perdita del controllo di vescica/sfintere solo durante l’assenza del proprietario. Questo è un segnale che panico e/o ansia possono avere un ruolo importante.

Segnale 4: Anoressia

Anoressia temporanea, o almeno una perdita di interesse verso il cibo ( solo in assenza del proprietario). Ciò significa che ansia, ed anche forse panico, svolgono un ruolo determinante.

Segnale 5: Agitazione durante i preparativi dell’uscita del proprietario

Agitazione preliminare quando il proprietario si prepara ad uscire. L’ansia può giocare un ruolo fondamentale.

Segnale 6: Vocalizzazioni

Le vocalizzazioni ( mugolii, latrati) che incominciano immediatamente all’uscita di casa del proprietario, e l’intensificazione sino al picco nella prima mezz’ora indica solitamente indica una forte componente ansiosa. Per alcuni cani, le vocalizzazioni continuano ininterrottamente per l’intera durata dell’assenza del proprietario, mentre altri gradualmente smettono le vocalizzazioni ed incominciano ad abbaiare contro stimoli esterni ( e.g. il suono di un camion che passa).

Per altri cani, le vocalizzazioni non incominciano prima di una mezz’ora di isolamento, in questo caso la motivazione potrebbe essere un misto di noia e frustrazione crescente, che può anche culminare in ansia e anche panico. [aggiungerei tra i segnali la ‘pica’ e i leccamenti spasmodici degli arti sino alla lacerazione dei tessuti, in alcuni casi vere e proprie automutilazioni, in genere della coda]

In caso di dubbi

Se avete dubbi se i problemi del cane siano in relazione alla sua avversione alla separazione, contattate un terapista comportamentale locale per una diagnosi.

Prognosi

L’ansia da separazione è relativamente facile da identificare, ha protocolli di trattamento comprovati e testati, e, a patto che i proprietari si attengano scrupolosamente, nelle difficoltà iniziali, al difficile avvio del programma terapeutico, ha eccellenti prognosi. Le cattive notizie sono che sarete vittime di una immensa pressione logistica nelle prime settimane, per questo moltissimi proprietari trovano difficoltà ad assecondare il protocollo, e ciò complica enormemente le cose.

Dovete evitare di lasciare il cane completamente solo per le prime sei settimane del trattamento. Ho pensato ad un protocollo che vi permetta di allontanarvi per un po' di tempo anche durante il primo periodo di trattamento. Questi allontanamenti devono attenersi ad un minimo assoluto, specialmente nei casi gravi.

Un ragionevole obiettivo finale è quello di insegnare al cane a stare tranquillamente solo in casa per 4/5 ore.

Angoscia da separazione e altri animali domestici

La letteratura in merito non evidenzia una significativa riduzione dei sintomi dovuti all’angoscia da separazione se si fornisce un animale domestico come compagnia per l’animale sofferente. Il cane, durante le crisi, sembra ignorare del tutto il suo compagno. Perciò, cortesemente, non comprate un altro cane al solo scopo di aiutare un cane angosciato. Non c’è alcuna garanzia che migliori le cose, ed il nuovo arrivato apporterà nuove problematiche.

E’ interessante notare che, i cani che perdono un compagno domestico possono conseguentemente sviluppare l’angoscia da separazione. Forse un animale domestico compagno del cane gioca un ruolo nella prevenzione nei cani suscettibili, ma non nella riabilitazione.

Predisposizione: cani a rischio

Temperamenti predisposti

- Cani ansiogeni; e/o

- Cani che sono sproporzionatamente legati ad una persona rispetto a tutto il nucleo familiare.

Eventi predisponenti

- Cani che sono stati riaccasati di recente (Nota: l’insorgenza della problematica può avvenire a scoppio ritardato dopo poche settimane, quando ormai il cane ha avuto l'opportunità di costruire un legame stretto con il suo nuovo proprietario); e/o

- Cani che sono stati lasciati a casa durante circostanze traumatiche (e.g. incendi, furti con scasso); e/o

- Cani che hanno sofferto di un recente lutto (persona umana o animale domestico); e/o

- Cani recentemente ritornati da un periodo in pensione; e/o

- Cani abituati alla continua presenza del proprietario, seguita dal ritorno di lunghi periodi di assenza (e.g. ritornare al lavoro dopo un periodo di disoccupazione/vacanze/malattia/maternità); e/o

- Cani che vengono spesso puniti al ritorno del proprietario ( per danni causati dal suo problema di separazione);e/o

- Cani che sono stati separati dalla madre prima di aver compiuto le 8 settimane di vita.

Abitudini predisponenti

Cani che seguono incessantemente il proprio proprietario per tutta la casa.

Nessuna di queste cose, da sole, è sufficiente per innescare problemi di separazione, e alcuni cani hanno l’angoscia da separazione senza alcun apparente fattore predisponente, ma i cani che soddisfano uno o più di questi criteri sono sicuramente più a rischio e un programma di prevenzione e mantenimento deve concretamente essere osservato con essi ( niente più di un paio di piccole abitudini da consolidare, veramente, non di più).

Angoscia da separazione: quando è anormale/disadattiva/patologica?

Tutti i cani sono contrari alla separazione

Se il tuo cane è stato remotamente socializzato agli umani, nonn gradirà l’idea di stare da solo lontano da te. Molti cani tollerano l’isolamento, e trascorrono i periodi di isolamento sociale in un tedio sonnecchioso.

Il messaggio è questo: non date per scontato che per un cane sia sempre piacevole stare solo in casa, quindi cortesemente cercate di trovare soluzioni per abbattere la durata dell’isolamento ( addestratori, dog sitter, vicini di casa, cambio di abitudini, lavorare più da casa). Se state considerando l’idea di prendere un cane ma la vostra è una famiglia parecchio indaffarata, siete pregati di pensare seriamente sul fatto che il cane sia l’animale domestico più adatto alla vostra famiglia.

Detto ciò, che ai cani piaccia o meno, non è ragionevole aspettarsi che staranno con noi 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Hanno bisogno di imparare ad affrontare frequenti periodi di alcune ore di isolamento. Nella maggior parte dei casi 4/5 ore di solitudine sono il requisito normale di ogni famiglia moderna (a patto che il cane posso sfogarsi fisicamente durante la giornata).

Così, se nessun cane ama essere lasciato solo, possiamo dire che tutti soffrono di angoscia da separazione?

No, non è così semplice. Si può chiamarla angoscia da separazione quando il comportamento è ‘disadattivo’, quando l’esecuzione non serve il miglior interesse del cane, quando il comportamento è (evoluzionisticamente parlando) aberrante, improduttivo.

Ciò è abbastanza controverso in sé, poiché distruggere la mobilia può effettivamente ridurre lo stress del cane, qualcuno potrebbe arguire che ciò è un ‘normale’ responso adattivo a condizioni di vita anormali, o almeno a condizioni di isolamento cui i cani sono chiaramente impreparati a far fronte.

Ma qui devo essere pedante. Il punto è determinare se il cane necessita di un trattamento. Quindi la domanda diventa: è compromessa la qualità di vita o la sicurezza del cane se la situazione continua incontrollata? E questo comportamento vi causa problemi significativi (i vicini si lamentano, oggetti danneggiati)? Se la risposta è ‘si’, si deve affrontare la questione senza indugio.

Un’altra domanda da porsi è: ‘quando necessitiamo di fare qualcosa per l’avversione alla separazione?’ La risposta è: sempre.

- In assenza di sintomi: adotta una sistematica routine preventiva.

- Alcuni (anche lievi) sintomi: segui un programma di intervento attivo.


Trattamento dell’ansia da separazione: affrontare ogni possibile motivazione

Dato che l’angoscia da separazione è potenzialmente innescata da motivazioni multiple, un buon programma aiuterà il cane a trattare ogni componente della patologia, focalizzandosi su quello principale ( come già spiegato, la motivazione ‘principale’ per l’angoscia da separazione può cambiare da cane a cane, o anche, nel tempo, per lo stesso cane).

Ecco un promemoria dei principali fattori motivazionali generalmente coinvolti e una breve anteprima dell’approccio trattamentale:

Frustrazione

Ciò che segue è indirizzato al lavoro con il cane in presenza del proprietario. Questo trattamento dovrà durare per tutta la vita del cane e deve essere usato sia preventivamente, sia durante un programma di trattamento attivo.
Gli esercizi che mirano ad incrementare la tolleranza alla frustrazione devono essere comprensivi di tutti i luoghi dove il cane vive: incrementando gradualmente il controllo dell’impulso e la tolleranza per il ritardo della gratificazione.

E’ anche una buona idea fornire al cane uno sfogo adatto alla sua frustrazione, come un adeguato giocattolo da masticare – questo gioco deve essere a disposizione del cane unicamente durante la vostra assenza.

Paura e ansia

Il più importante componente del trattamento dell’angoscia da separazione è chiamato contro condizionamento e desensibilizzazione (C&D). Bene, aggrappatevi strettamente alla vostra sedia, le cose cominciano a diventare complesse. Ho la necessità di introdurvi ad ogni sorta di concetti in modo che possiate comprendere C&D. Perdonatemi, non sono io a fare le regole.

Condizionamento classico

Il condizionamento classico è l’insegnare a rispondere ad uno stimolo precedentemente irrilevante (e.g. far tintinnare un mazzo di chiavi) attraverso ripetute presentazioni dello stimolo seguite immediatamente da uno stimolo sintomatico (e.g. andar via di casa). Se i due elementi vengono presentati in sequenza abbastanza spesso, il cane creerà il collegamento mentale fra il tintinnare delle chiavi e la dipartita del proprietario.

Rimuovere una associazione mentale classica: sta tutto nella frequenza

L’associazione mentale tintinnio/uscita del proprietario sarà più o meno radicata in base alle volte che tintinnate le chiavi uscendo di casa. Se volete rimuovere questa associazione, dovete far tintinnare le chiavi esattamente il 50% delle volte che andate via. In questo modo, le chiavi perderanno il loro valore predittivo; ogni tanto, per mantenere l’assenza dell’associazione, fate tintinnare le chiavi se uscite o meno.

Così, per rimuovere un precedente stimolo condizionato, la terapia del 50%, o meno, è il toccasana.

Contro-condizionamento

In questo caso, si tratta di trasformare una associazione emozionale in precedenza negativa (e.g. paura e ansia), attraverso alcuni cambiamenti, in qualcosa di positivo (piacevole). Il modo in cui applichiamo questo principio nel programma terapeutico è associando il tuo allontanamento con qualcosa che piace al cane (e.g. cibo), donato al cane IMMEDIATAMENTE dopo aver afferrato le chiavi. Ciò che vogliamo, è un cane che resti in attesa mentre prendete le chiavi e uscite, ed è qualcosa di grande.

Ecco un altro segreto degli addestratori di cani. E’ fondamentale la quasi contemporaneità [in questi casi meglio un segnale marcatore, il clicker è lo strumento più veloce a disposizione] fra la situazione poco gradita ( l’uscita di casa) e la cosa piacevole (donare del cibo), la riuscita e la durata del contro-condizionamento dipendono prevalentemente da questa tempistica situazione/premio. Se cominciate dando il cibo meno di un secondo dopo aver preso le chiavi, può andar bene. I tempi oltre il secondo assottigliano la riposta, sia in termini di velocità di acquisizione che di intensità.

Desensibilizzazione

E’ il decadimento di una risposta emotiva (in questo caso, diciamo, paura) attraverso un particolare stimolo ( quindi l’essere lasciato solo, quindi ogni segno predittivo della vostra uscita). Non è la stessa cosa del contro-condizionamento perché non si vuol rendere qualcosa piacevole per il cane, la si vuol rendere irrilevante per il cane.

La tecnica consiste in una graduale esposizione allo stimolo, cominciando in modo che per il cane sia estremamente facile star calmo, quando non è ancora a disagio (e.g. dirigersi verso le chiavi, senza mai toccarle), e gradualmente aggiungere in sequenza tutti i ‘rituali’ di uscita, sino a quando sia possibile realizzare l’intera sequenza senza che il cane batta ciglio. Una volta raggiunta la porta, potete anche incrementare la durata dell’assenza usando il medesimo principio.

L’aspetto più importante della desensibilizzazione è che, durante la sessione d’addestramento, il cane non deve essere sottoposto per nessun motivo a fattori stressanti o ansiogeni di alcun tipo.

Sessione sicura

Per quanto ne so, ‘sessione sicura’ è un concetto di mia invenzione. Almeno non ne ho trovato traccia nella letteratura specialistica. Consiste nell’uso di una parola chiave per dire al cane che è in fase di addestramento e che, durante l’allenamento, nessuno dei miei rituali nel prepararmi all’uscita o anche assenze, sarà pauroso o spiacevole.

Ciò consente ai proprietari di lavorare in sessioni ben chiare, impedendo che gli incidenti della vita reale condizionino il corretto progredire dell’allenamento. Se dovete far un salto in farmacia prima che il resto della famiglia torni a casa, non dovete dire ‘sessione sicura’, poiché non lo è. Il cane potrebbe arrabbiarsi, ma almeno non avete compromesso i progressi nell’addestramento.

Dal momento che le sessioni di desensibilizzazione si dilatano temporalmente, diciamo ad esempio 4 ore di assenza senza che il cane si sconvolga (va monitorato remotamente), possiamo usare la parola chiave ?sessione sicura’ ogni volta che usciamo realmente di casa.

‘Al di sotto della soglia’ e segnali calmanti

Dunque, ‘al di sotto della soglia’ è un termine d’addestramento che significa rilassato, non eccitato. Essenzialmente, al comando dell’addestratore dovete tenere il cane calmo (ed anche voi dovete esserlo in sessione) senza che si agiti o sia eccitato. Se mostra i segnali precursori dello stress imminente, bisogna terminare la sessione di allenamento e calmarlo. Ciò significa che dovete gradualmente desensibilizzarlo alla cosa.

I segnali calmanti, e i segnali di stress, sono un buon modo per determinare in anticipo se un cane si sta dirigendo al di sopra della soglia. Vi sono sottili segnali del linguaggio corporeo che il tuo cane ti fornisce per indicare che sta incominciando ad essere a disagio. Se noti uno di questi segnali, è il momento esatto per fermarti.

Per identificare i segnali precursori dello stress, lo schema illustrato di Sophia Yin, ‘body language fear’ è estremamente utile.

Giocattoli da masticare

I giocattoli da masticare sono uno strumento tecnicamente valido quando l’avversione alla separazione è generata dall’ansia, in tal caso masticare da sollievo allo stress subito, e fornisce al cane uno sfogo appropriato su cui sfogare la masticazione ( al contrario del tuo prezioso divano).

Noia

Se la noia è un elemento causante i problemi del tuo cane a separarsi, una buona misura preventiva da applicare ‘vita natural durante’ è cercare di fornirgli il maggior numero di distrazioni adatte possibili. Una in particolare che tenga il cane impegnato nella prima mezz’ora di assenza (ad esempio un kong).

Vi prego di non razionalizzare il senso di colpa a distanza, se dovete lasciare il cane per un tempo più lungo di quanto possa affrontare. Un Kong non è una pallottola d’argento, e lo distrarrà solo per un po'. Ma allontanerà la coincidenza tra l’insorgere dell’ansia e la vostra effettiva uscita di casa. Un Kong è parte integrante del trattamento di contro-condizionamento e prevenzione/mantenimento.

L’obiettivo è quello di smorzare concretamente il contrasto fra la presenza e l’assenza dei proprietari (in termini di stimolazione mentale).

Utilizzo di farmaci per l’angoscia da separazione

I soli farmaci non costituiscono mai una strategia vincente nel trattamento dell’angoscia da separazione, poiché i sintomi hanno sempre la possibilità di ripresentarsi se le cause non sono state risolte. Solo in casi estremi, è più umano cominciare il programma con la somministrazione di farmaci. 


fonte: www.canisbonus.com
traduzione: Luca Giammarco

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