Il cane è per l'uomo l'animale utile per eccellenza. Grazie al cane siamo usciti dallo stato di selvatichezza, ci siamo affacciati agli albori della civiltà.
Il cacciatore dei primordi, affamato e ignudo, ebbe accanto a sé il cane, e le sue cacce divennero facili e abbondanti. Grazie al cane trovò il tempo di pensare.
Grazie al cane divenimmo pastori. Un uomo con tre cani cura cento pecore, senza non ne cura tre. Pastore, uomo placido, certo di potersi ogni giorno nutrire di latte e formaggi. Il pastore ha famiglia, conosce la paternità: canis familiaris.
Senza pastorizia niente vestiti. Solo il pastore si veste di lana e ai piedi lega le ciocie. Senza abiti, niente pudori, niente virtù. senza abiti, nemmeno il piacere di mettersi nudi.
Mentre il cane cura il gregge, il pastore fissa il cielo: astrologia, sorella maggiore dell'astronomia. L'ozio del pastore gli consente di guardare, riflettere, intuire. Il pastore disegna. Giotto fu pastore. Disegnare è scrivere. L'ozio consente la preghiera, la contemplazione, la sanità, la saggezza.
Grazie al cane diventammo agricoltori. Il cane veglia fuori dalla capanna, sorveglia il terreno coltivo. Senza cane perpetuo allarme, perpetua lotta con le belve, coi nemici. Il cane abbaia, il cane avverte, l'agricoltore dorme. Senza cane niente sonno e solo chi dorme placidamente può nel sogno conoscere mondi ultraterreni donde, al mattino, portare in terra intuizioni celesti.
Senza cane, niente granai pieni e niente scambi. Chi vive giorno per giorno non ha nulla da barattare. Il cane difende la proprietà, apre i mercati, salva il gruzzolo, consente l'eredità di padre in figlio, induce ai viaggi e alle navigazioni per barattare sempre più lontano.
Senza cane niente casa, senza casa niente architettura e niente amore. La casa, luogo d'amore consente di chiudere la porta. Senza amore niente poesia, niente arti, musica, niente uva: senza vino niente danza.
Grazie al cane diventammo artisti, diventammo avventurieri: ogni nostra avventura di pace o di guerra ebbe accanto il cane: Fra i primi astronauti v'è stato un cagnolino. E anche fra gli entronauti: il mistico san Rocco è protetto dal suo cane.
Senza cane niente uomo.
Piero Scanziani
P.S.: Per "non buttare via il bambino con l'acqua sporca" ho voluto citare, nel primo post scritto, colui che ha permesso la sopravvivenza sino a noi del mastino napoletano, erede dei famigerati molossi di romana imperiale memoria, e, checchè se ne dica, uno fra i primi sostenitori dell'addestramento empatico.
Concetti spacciati come novità assolute della così detta "Zooantropologia", come ad esempio la stanza di addestramento per i cuccioli, sono stati espressi da Piero Scanziani già negli anni '40 (e risalgono addirittura a testi di fine '800). I suoi libri sono lì a testimoniarlo.
L'ostracismo che si applica al suddetto autore è principalmente dovuto al fatto che i suoi testi affiancano all'addestramento empatico, tecniche coercitive ancora oggi in voga.
Nel "Il cane utile", ad esempio, troviamo affianco alle tecniche empatiche di addestramento del cucciolo e del cucciolone, le tecniche corcitive destinate a cani non collaborativi.
Siamo contrari alle tecniche coercitive, siamo per il condizionamento empatico, per le letture critiche e siamo altresì convinti che una pedata sia migliore di uno psicofarmaco, per correggere taluni comportamenti di indocilità pericolosa.
Il cacciatore dei primordi, affamato e ignudo, ebbe accanto a sé il cane, e le sue cacce divennero facili e abbondanti. Grazie al cane trovò il tempo di pensare.
Grazie al cane divenimmo pastori. Un uomo con tre cani cura cento pecore, senza non ne cura tre. Pastore, uomo placido, certo di potersi ogni giorno nutrire di latte e formaggi. Il pastore ha famiglia, conosce la paternità: canis familiaris.
Senza pastorizia niente vestiti. Solo il pastore si veste di lana e ai piedi lega le ciocie. Senza abiti, niente pudori, niente virtù. senza abiti, nemmeno il piacere di mettersi nudi.
Mentre il cane cura il gregge, il pastore fissa il cielo: astrologia, sorella maggiore dell'astronomia. L'ozio del pastore gli consente di guardare, riflettere, intuire. Il pastore disegna. Giotto fu pastore. Disegnare è scrivere. L'ozio consente la preghiera, la contemplazione, la sanità, la saggezza.
Grazie al cane diventammo agricoltori. Il cane veglia fuori dalla capanna, sorveglia il terreno coltivo. Senza cane perpetuo allarme, perpetua lotta con le belve, coi nemici. Il cane abbaia, il cane avverte, l'agricoltore dorme. Senza cane niente sonno e solo chi dorme placidamente può nel sogno conoscere mondi ultraterreni donde, al mattino, portare in terra intuizioni celesti.
Senza cane, niente granai pieni e niente scambi. Chi vive giorno per giorno non ha nulla da barattare. Il cane difende la proprietà, apre i mercati, salva il gruzzolo, consente l'eredità di padre in figlio, induce ai viaggi e alle navigazioni per barattare sempre più lontano.
Senza cane niente casa, senza casa niente architettura e niente amore. La casa, luogo d'amore consente di chiudere la porta. Senza amore niente poesia, niente arti, musica, niente uva: senza vino niente danza.
Grazie al cane diventammo artisti, diventammo avventurieri: ogni nostra avventura di pace o di guerra ebbe accanto il cane: Fra i primi astronauti v'è stato un cagnolino. E anche fra gli entronauti: il mistico san Rocco è protetto dal suo cane.
Senza cane niente uomo.
Piero Scanziani
P.S.: Per "non buttare via il bambino con l'acqua sporca" ho voluto citare, nel primo post scritto, colui che ha permesso la sopravvivenza sino a noi del mastino napoletano, erede dei famigerati molossi di romana imperiale memoria, e, checchè se ne dica, uno fra i primi sostenitori dell'addestramento empatico.
Concetti spacciati come novità assolute della così detta "Zooantropologia", come ad esempio la stanza di addestramento per i cuccioli, sono stati espressi da Piero Scanziani già negli anni '40 (e risalgono addirittura a testi di fine '800). I suoi libri sono lì a testimoniarlo.
L'ostracismo che si applica al suddetto autore è principalmente dovuto al fatto che i suoi testi affiancano all'addestramento empatico, tecniche coercitive ancora oggi in voga.
Nel "Il cane utile", ad esempio, troviamo affianco alle tecniche empatiche di addestramento del cucciolo e del cucciolone, le tecniche corcitive destinate a cani non collaborativi.
Siamo contrari alle tecniche coercitive, siamo per il condizionamento empatico, per le letture critiche e siamo altresì convinti che una pedata sia migliore di uno psicofarmaco, per correggere taluni comportamenti di indocilità pericolosa.